Mostre
Église è lieta di presentare ZEN — B, in occasione della 18 Giornata del Contemporaneo, con le fotografie di Giovanni Adragna, Martina Adragna, Carmelo Farina, Giuseppe Lo Bono, Gaetana Pedone, Paolo Gabriele Zappa.
Mostra fotografica curata da Église, organizzata in collaborazione con Laboratorio Zen Insieme.
La mostra fotografica si inaugura sabato 08 ottobre alle ore 18.30
Per la mostra si presenta una selezione di fotografie parte del progetto fotografico ZEN — B, realizzato da un gruppo di ragazze e ragazzi, di un’età compresa tra i dodici e i quattordici anni, durante un laboratorio di advocacy partecipata promosso da Save the Children, in collaborazione con Laboratorio Zen Insieme ed Église.
Il progetto ZEN — B ha l’intento di raccontare il quartiere Zen2 attraverso un processo che vede al centro il paesaggio urbano e, quindi, i ritratti di chi lo vive, ricercando geometrie quali elemento significativo delle strutture architettoniche. La B in questo progetto è intesa come alfabetizzazione del numero due che contraddistingue il nome del quartiere e vuole essere anche un “piano B” nella rappresentazione visiva dello Zen, solitamente raccontato sulla base di opinioni rigidamente precostituite e generalizzate. Le fotografie sono caratterizzate da un fortissimo contrasto tra la luce e l’ombra presente allo Zen come in qualsiasi altro quartiere, perché non esiste un luogo in cui vi siano solo ombre o solo luci.
dal 11 al 28 ottobre 2022
apertura il martedì dalle 10.30 alle 18.00, dal mercoledì al venerdì su appuntamento.
Inaugurazione 8 ottobre – ore 18.30
ARCIPELAGO Leipzig/Palermo
a cura di Fabio Aranzulla, Felix Pacholleck e Jana Ritchie
Baco about photographs, Église e Minimum sono lieti di presentare Arcipelago a cura di Fabio Aranzulla, Felix Pacholleck e Jana Ritchie, un progetto degli studenti che frequentano il corso di Fotografia e Moving Images tenuto da Tina Bara, presso l’Accademia di Belle Arti di Lipsia.
Dove si spacca qualcosa [che si tocca] nasce una: Fuga – che è crepa e cucitura, gap & joint; Fuga. Movimento continuo + modulazione fluida, transizione. Tettonica a placche e gruppi di isole; si uniscono. “An endless geographic plane of micromeshing pulsing quanta […] Folds and foldings, playing and multiplying, duplicating and replicating“ (Sadie Plant, Zeros + ones : digital women + the new technoculture). Quando una fuga diventa musicale, il tema fugge da una voce all’altra. FUGA. Non ci sono due fughe uguali, ma tutte hanno qualcosa in comune.
Arcipelago traccia le connessioni tra origine e futuro, esamina specifici punti di rottura di relazioni e mette alla prova la fatica dell’individuo. Le radici interconnesse delle piante — comunemente chiamate rizomi — servono da congiunzione filosofico mediale alla ricerca di potenziali micro apparizioni polimorfe, postcoloniali, queer ed ecologiche.
Le fotografie e le produzioni video che saranno messe in mostra sono state trasportate nei bagagli a mano dei/delle giovani autori/autrici dalla città di Lipsia e sono giunte a Palermo, per essere presentate in due isole che, secondo i curatori, rappresentano una sintesi della città siciliana: negli spazi condivisi da Baco about photographs e Minimum e presso Église.
La scelta di Palermo è legata alla sua posizione, perché è all’incrocio tra tre continenti, assumendo così il ruolo di epicentro culturale e artistico di processi di trasformazione contemporanea.
Le due mostre saranno inaugurate venerdì 22 ottobre: presso Baco about photographs/Minimum l’inaugurazione si terrà dalle 17 alle 22, presso Église dalle 18 alle 21.30, inoltre presso quest’ultimo spazio dalle 19 si terrà un concerto dal vivo dei Warm Graves. Inoltre, sempre a Église sabato 23 alle 17 saranno proiettati i video realizzati da: Eli Eichler, Raisan Hameed, Dennis Kahveci, Tess Marschner, Vanessa A. Opoku, Felix Pacholleck, Jana Ritchie, Nina Schwartz.
Con chi vorresti essere solo su un’isola?
Artisti/Artiste:
Hammam Alawam; Fabio Aranzulla; Cihan Çakmak; Eli Eichler; Nancy Göring; Raisan Hameed; Dennis Kahveci; Johannes Ocker; Susanne Kontny; Lisa Kuznetsova; Christoph Liepach; Mahshid Mahboubifar; Tess Marschner; Mandy Moebes; Vanessa A. Opoku; Simon Osten; Felix Pacholleck; Anna Perepechai; Julia Perkuhn; Jana Ritchie; Julius C. Schreiner; Nina Schwartz; Pooya Sedighi Mournani.
Foto di Mandy Moebes
VISIONI OBLIQUE
Libri d’artista, libri oggetto, fototesti per il Belìce
a cura di Cristina Costanzo
Visioni oblique è un progetto collettivo e corale che accoglie le letture complementari di un nucleo di artisti invitati a confrontarsi con la Valle del Belìce, una realtà complessa ma vivace sotto diversi profili.
Gli artisti selezionati, provenienti da discipline differenti, sono accomunati da un’attenzione speciale riservata per ragioni storiche, paesaggistiche e culturali a quest’area geografica della Sicilia, con cui dialogano attraverso la “forma-libro”, espressione fra le più duttili e interessanti nello scenario internazionale.
Ne scaturisce un progetto dinamico e in divenire che presenta i primi esiti delle riflessioni di ventitré autori che hanno declinato con originalità e secondo la propria vocazione i temi della natura, della memoria, del dialogo fra antico e contemporaneo, del terremoto e della ricostruzione, della ferita e della rinascita nei linguaggi del libro d’artista, del libro oggetto e del fototesto.
Artisti:
Paolo Assenza; Giuliana Barbano; Davide Bramante; Giovanna Brogna/Sonnino; Laura Cantale e Giuseppe Mendolia Calella; Anna Capolupo; Iole Carollo; Maurizio Galimberti; Simone Geraci; Alberto Gianfreda; Paolo Grassino; Ellie Ivanova; Francesco Lauretta; Filippo La Vaccara; Danilo Maniscalco; Marilina Marchica; Noemi Mirata; Marco Pace; Rossana Rizza; Massimo Siragusa; Carla Sutera Sardo; Samantha Torrisi.
Patrocini:
Fondazione Orestiadi; Dipartimento Culture e Società — Università degli Studi di Palermo
Con il supporto di KAD — Kalsa Art District
Media partner:
Balloon Project
Responsabile comunicazione:
Martina Randazzo
Il progetto, che si sviluppa come mostra itinerante, sarà presentato in anteprima a Église.
Inaugurazione sabato 9 ottobre, 18.30
Giorni e orari di apertura: dal 12 al 20 ottobre, dal martedì al sabato / ore 16.00 — 19.00
Église è lieta di presentare eteronimo #2 di Giuliana Barbano, a cura di Cristina Costanzo, in partnership con KAD – Kalsa Art District.
Eteronimo è un intervento site-specific ideato e progettato da Giuliana Barbano per Église, un’opera/ambiente in cui convergono le riflessioni maturate dall’artista sul tema dell’eteronimia. Attraverso un processo di selezione di immagini tratte da album fotografici di famiglia, Giuliana Barbano indaga la relazione intima e personale che si instaura tra soggetti, adulti e bambini, che si sostengono vicendevolmente o si avvalgono di ausili come passeggini, carrelli e tricicli per dormire, camminare e giocare. Il sostegno viene inteso non solo in chiave soggettiva e sentimentale ma anche nella prospettiva della fisicità in riferimento al supporto e al movimento, come reso esplicito dagli accostamenti proposti: giunto/ginocchio/gomito, tubo innocente/braccia, ponteggio/girello/corpo, solo per citarne alcuni.
Gli spazi di Église si fanno campo espanso dell’immaginario dell’artista che dialoga con l’architettura e i suoi elementi di supporto ricorrendo all’inserimento di tubi in ferro che doppiano la struttura autoportante della chiesa e a loro volta sostengono le immagini fotografiche scelte, definite da Giuliana Barbano “approssimazioni mnemoniche inusuali”.
Spazio fisico e sfera del ricordo propongono così un cortocircuito tra memoria e necessità in una dimensione straniante e irripetibile.
Inaugurazione venerdì 4 giugno, dalle ore 17.00 alle ore 20.00
Dal 5 giugno – 3 luglio
Giorni e orari apertura dal mercoledì al sabato, dalle 17.00 alle 19.00 o su appuntamento
Sabato 3 luglio, alle ore 19.00, in occasione della chiusura della mostra sarà presentato un prodotto editoriale dedicato al progetto esposto, la pubblicazione è curata e prodotta da ÉgliseLab.
Per acquistarla, clicca qui.
Église è lieta di presentare Chas Chas di Luis Cobelo.
La mostra fotografica si inaugura sabato 11 luglio alle ore 19.00, l’apertura si dividerà in due momenti: dal 14 luglio al 01 agosto e dal 01 settembre al 03 ottobre 2020, o su appuntamento.
La mostra fotografica racconta, per la prima volta in Italia, attraverso un libro e le fotografie esposte il progetto che il fotografo ha realizzato per rendere un omaggio alla città di Buenos Aires, attraverso un quartiere particolare e poetico chiamato Parque Chas.
Su richiesta, presso Église sarà possibile acquistare il libro Chas Chas.
Il progetto si ispira all’omonima serie di fumetti argentini che Luis Cobelo ha letto 32 anni fa: il fumetto rivela, in diversi capitoli, le avventure di uno scrittore a cui è stato raccontato che lì accadono cose fantastiche e straordinarie. Dove vivono persone meravigliose e magiche.
Il motivo per cui le cose “fuori dall’ordinario” possono accadere, è che il centro del quartiere è stato costruito architettonicamente come una ragnatela o un labirinto. Gli abitanti del luogo dicono che se si entra in quella forma concentrica, si potrebbe non uscirne mai e possono accadere cose magiche, molti affermano che quella è la realtà e non quello che c’è al di fuori del quartiere. In sostanza, nel Parque Chas tutto è possibile. A distanza di tempo, Cobelo ha deciso di percorrere migliaia di chilometri per vederlo con i propri occhi. Il motivo di spinta verso Parque Chas è stato il desiderio di verificare la veridicità del detto “tutto ciò che hai perso nella vita, esiste a Parque Chas”. E sì, è vero.
Chas Chas si legge come una graphic novel o una storia del mistero, con molti strati di riferimenti interni ed esterni. Il flusso di immagini evoca una logica onirica che induce a sorridere e che sembra stranamente radicata nella realtà alternativa della vita di strada di questo luogo fantastico.
Tutto questo avviene attraverso gli occhi allucinati e giocosi di Cobelo, che si muove attraverso le storie improbabili mille volte raccontate e che diventano reali, solo per chi vuole credere.
Chas Chas è uno schiocco, un luogo intangibile dove si possono ritrovare quanti sono smarriti e qualunque cosa andata persa. Può essere per tutti, tranne che per chi vuole sapere come si fanno i trucchi di magia.
Biografia di Luis Cobelo
Luis Cobelo è nato in Venezuela, dove ha studiato filosofia all’Università di Zulia. È fotografo indipendente, formatosi tra il suo paese originario e la Spagna, dal 2001 sviluppa progetti fotografici in America, Asia ed Europa, sue fotografie sono state pubblicate su riviste, quotidiani internazionali.
I progetti personali di Luis Cobelo sono focalizzati sulla cultura Sud americana, al fine di rivelarne lo spirito magico, così avviene con il primo libro del fotografo: “Zurumbático”, quest’ultimo ha catturato l’interesse in tutto il mondo, il lavoro è stato esposto in Italia, Messico, Portogallo, Venezuela, Costa Rica, Spagna e Florida. Adesso, Luis Cobelo gira il mondo per presentare “Chas Chas”, un’altra collezione di visioni, misteri e storie magiche.
NORME DI SICUREZZA COVID-19. Dall’ingresso di Église, ogni attenzione sarà per la sicurezza del pubblico che può accedere a piccoli gruppi e munito di mascherina, in caso contrario saranno fornite, e dovrà igienizzare le mani. All’ingresso, un pannello ricorda le raccomandazioni contro il contagio.
14 luglio – 01 agosto | 01 settembre – 03 ottobre 2020
dal mercoledì al sabato, 16.30 alle 19.00 o su appuntamento
Inaugurazione 11 luglio – ore 19.00
Con il supporto di Kad – Kalsa Art District
Sponsor tecnico PrintAndGo
Église in collaborazione con Dimora OZ presenta l’installazione Quello che resta, con 35 fotografie di Alberto Gandolfo a cura di Benedetta Donato.
Le due realtà sono parte attiva del KAD – Kalsa Art District, nato a ottobre del 2019 a Palermo, come network volto a promuovere la cultura dell’arte contemporanea sul territorio.
Inaugurazione: venerdì 14 febbraio 2020 ore 19.00
L’esposizione presenta 35 immagini dell’artista siciliano, la cui ricerca prende spunto da fatti di cronaca risalenti al passato italiano più recente.
Al centro della narrazione si trovano i ritratti dei familiari e delle persone vicine alle vittime di episodi tragici, come la strage di Piazza Fontana, l’omicidio di Peppino Impastato, l’attentato al giudice Paolo Borsellino e il caso di Nino Agostino e Ida Castelluccio.
La mostra, curata da Benedetta Donato, ruota attorno alla ricerca fotografica dell’artista siciliano, iniziata nel gennaio del 2017, che prende spunto dalle vicende di cronaca risalenti al passato italiano più recente, mettendo al centro della narrazione i familiari e le persone vicine alle vittime di episodi tragici, impegnate in lunghe battaglie alla ricerca della verità.
“Conosciamo le storie di cronaca, ricordiamo com’erano i volti delle persone tragicamente scomparse – afferma lo stesso Alberto Gandolfo -, ma poco o nulla sappiamo di chi resta, di quelle persone che, oltre a vivere un grande dolore, dovuto alla perdita di un proprio caro, ereditano battaglie portate avanti alla ricerca della verità e della giustizia”.
Per oltre un anno, Alberto Gandolfo ha documentato e approfondito 27 storie, dalla strage di Piazza Fontana al disastro ferroviario di Viareggio, dai casi Englaro e Welby a Stefano Cucchi e ad altri episodi avvenuti in Sicilia negli ultimi anni.
A queste e altre storie corrispondono i ritratti di volti dei familiari delle vittime, finora rimasti quasi sconosciuti. Renderli visibili, è il mezzo per mantenere alta l’attenzione sulle evoluzioni di vicende specifiche e assai particolari, in cui necessariamente tutti sono coinvolti.
Un omaggio è dedicato alle famiglie di Peppino Impastato, Paolo Borsellino, Nino Agostino e Ida Castelluccio, che in modalità diverse, si fanno portatrici di attività di promozione della cultura della legalità.
“Ci sono le vite di chi resta – dichiara Benedetta Donato -, i lasciti involontari riportati nelle testimonianze raccolte dall’autore; quelle che vanno oltre la tempestività e la prossimità legate all’immediata narrazione delle manifestazioni di eventi concomitanti, al di là delle reazioni subitanee del dolore che può scaturire dalla perdita di una persona cara. Esistenze trasformate e spese alla ricerca di un’unica verità che, proprio come la fotografia, non collima mai del tutto con la realtà”.
“Finalmente – prosegue Benedetta Donato – riconosciamo in quei volti le esistenze reali di chi ha condotto battaglie tuttora in atto e ci prendiamo carico di storie ed evoluzioni appartenenti alla nostra contemporaneità che, grazie alle fotografie di Alberto Gandolfo, non rischiano di cadere nell’oblio”.
L’intero ciclo di fotografie di Quello che resta è contenuto nell’omonimo volume, curato da Benedetta Donato, pubblicato da Silvana Editoriale (€28,00; 180 pagine; 100 immagini in b/n; edizione limitata di 400 copie numerate, ed. trilingue italiano/inglese/francese) che, oltre al testo introduttivo e alle schede monografiche redatte dalla curatrice, accoglie un contributo di Giovanna Calvenzi.
Palermo, Dimora Oz, Palazzo Sambuca
Via Francesco Riso, 9
15 al 29 febbraio 2020
S’inaugura sabato 8 febbraio 2020 alle ore 19.00 presso Égliselab (via dei Credenzieri, 13 – Palermo) il progetto espositivo Edito/Inedito. Il libro d’artista a cura di Giuseppe Mendolia Calella.
All’interno del Lab di Église, luogo creativo interamente dedicato alla ricerca, ideazione e produzione di progetti fotografici e già attivo dal 2018, sarà possibile sfogliare 10 libri d’artista. Libri inediti perché realizzati manualmente, a tiratura limitata e/o stampati in proprio da artisti siciliani, accostati per tema o concetto ad altri libri d’artista firmati da grandi nomi delle arti visive contemporanee, prodotti da case editrici e quindi presenti sul mercato italiano e internazionale in molteplici copie.
L’idea è dimostrare la diversa natura del libro d’artista e il suo ruolo nel panorama artistico attuale. L’oggetto libro diventa opera democratica che può essere posseduta, non solo da collezionisti, ma anche da curiosi, appassionati e cultori della materia.
Le pagine inedite e quelle edite raccontano il percorso e la ricerca artistica degli autori, ricerca traslata in forma di libro e con le peculiarità spazio/tempo tipiche dello stampato.
Narrazione, documentazione/archiviazione e introspezione sono i temi che caratterizzano questa selezione di libri che potranno essere sfogliati, toccati, annusati e in cui il contatto con il pubblico, non solo è richiesto, ma è anche necessario. I 10 libri esposti contengono contenuti di diversa natura: dalla fotografia alla grafica; dal video al disegno e alla scrittura. La mostra è curata da Giuseppe Mendolia Calella insieme a Balloon Project (di cui è co-fondatore con Valentina Barbagallo) piattaforma di ricerca che dal 2012 porta avanti uno studio sul libro d’artista e l’editoria indipendente nell’ambito delle arti visive contemporanee.
Autori
Daniela Ardiri, Francesco Balsamo, Giovanna Brogna Sonnino, Laura Cantale, Irene Catania, Sophie Calle, Fischli & Weiss, Damien Hirst, Urs Lüthi, Pipilotti Rist.
Église presenta #18ESPLORAZIONI Nuove mappe per la fotografia, a cura di Benedetta Donato per Égliselab, la fucina creativa dell’Associazione socioculturale palermitana, che da oltre due anni lavora nel campo delle arti visive.
17 autori + 1 curatore
Il percorso sarà articolato in due mostre che vedranno protagoniste le produzioni di diciassette fotografi siciliani, selezionate e poste in dialogo dalla curatela.
Le esposizioni presenteranno le esperienze fotografiche, le ricerche visive, le riflessioni e i contributi del gruppo di autori partecipanti, con lo scopo di proporre nuovi scenari per la fotografia contemporanea che nascono in questo specifico territorio.
La Sicilia, intesa come luogo in cui si articolano i diversi progetti, diviene spunto per una riflessione più ampia e assume il ruolo di radice culturale, offrendo la possibilità di ispirazione e di vedere accostate ricerche apparentemente differenti, che spaziano dal paesaggio al ritratto, dall’architettura al reportage, in un caleidoscopio di rappresentazioni, di cui i diciassette autori sono interpreti.
Ogni momento espositivo avrà la durata di un mese e vedrà in mostra i lavori di un gruppo di fotografi, in un percorso idealmente ininterrotto, volto ad instaurare un dialogo duraturo tra i giovani autori di questo territorio e a porre le basi di nuove sinergie che guardano al mondo esterno.
Il progetto #18ESPLORAZIONI. Nuove mappe per la fotografia, ideato e curato da Benedetta Donato, si inserisce nell’ambito delle iniziative di Palermo Capitale della Cultura 2018 ed è stato possibile grazie al supporto di Église e alla partecipazione di tutti gli autori.
Église partecipa alle Giornate Europee del Patrimonio, che si svolgeranno il 22 e il 23 Settembre 2018 con il tema “L’Arte di condividere”.
LE MOSTRE/GLI AUTORI/I PROGETTI
#18ESPLORAZIONI I dal 21 Settembre – 21 Ottobre 2018
Simona Bonanno (Chains of Silence), Gianni Cipriano (Where is my Brother?), Francesco Faraci (Atlante Umano Siciliano), Cristina Faramo (Volcanic Island), Alberto Gandolfo (Quello che resta), Salvatore Di Gregorio (Project Mirabella: tales of beauty), Roselena Ramistella (Rochì), Dodo Veneziano (Brandelli del tempo)
#18ESPLORAZIONI II dal 16 Novembre – 16 Dicembre 2018
Alberto Alicata (The Little Saint), Iole Carollo (Out of Africa), Nino Cannizzaro (Le Detroit Perdu), Fabio Florio (Rusted), Giuseppe Iannello (Gibellina 1968), Claudio Majorana (Head of the Lion), Francesco Malavolta (Linea di Confine), Ornella Mazzola (Females), Luca Savettiere (Piemonte Messina)
21 settembre – 16 dicembre 2018
Matèria in collaborazione con Église è lieta di presentare Migrations, una mostra di opere fotografiche dell’artista Karen Knorr.
A cura di Niccolò Fano, direttore di Matèria, la mostra presenta una selezione di fotografie tratte dalla vasta serie India Song (2008-2017), a cui si affianca Metamorphoses (2014-2017), lavoro più recente e in fieri, che guarda all’eredità e al patrimonio culturale italiano.
Con un’esposizione selezionata delle pubblicazioni più rilevanti dell’artista, poste in dialogo con le due serie fotografiche in mostra, Migrations traccia la traiettoria del lavoro di Karen Knorr, dalla sua documentazione della sottocultura punk londinese alla fine degli anni Settanta (realizzata in collaborazione con Oliver Richon), fino a lavori seminali come Belgravia (1979-1981), Gentlemen (1981-1983) e Fables (2003-2008). Dal 2008, Karen Knorr ha diretto il proprio sguardo alla cultura dell’alta società indiana dei Rajput e alla relazione che essa innesca con “l’altro”, attraverso l’uso della fotografia, del video e della performance. India Song è un’osservazione dello spazio maschile (mardana) e dello spazio femminile (zanana) dei Mughal e dei Rajput all’interno delle strutture architettoniche reali, abitative e dei mausolei, attraverso fotografie digitali di grande formato.
Knorr celebra la ricca cultura visiva, le fondamenta mitiche e le narrazioni del Nord dell’India, concentrandosi nell’area del Rajasthan e utilizzando luoghi sacri e profani per osservare il sistema delle caste, il femminile e la loro relazione con il mondo animale. Gru, zebù, scimmie, tigri ed elefanti si trasformano da animali esotici a personificazioni di personaggi femminili del passato, sfaldando i confini tra realtà e illusione, reinventando un Panchatantra del ventunesimo secolo.
Metamorphoses, una nuova serie fotografica in progress, esplora l’eredità italiana in Europa, utilizzando le Metamorfosi di Ovidio come cornice entro cui considerare il patrimonio culturale e le mutazioni dell’Europa odierna. Storie pagane e cristiane si sovrappongono, come angosciosa risposta alle recenti migrazioni globali che potrebbero trasformare i resti della vecchia Europa in una federazione dinamica e plurale, o in una fortezza invalicabile. Incertezza e mutevolezza attraversano l’Italia.
18 giugno – 14 luglio 2018
Sabato 2 dicembre alle ore 19.30 presso Église si inaugura la mostra fotografica Blue Dust di Andrea Pertoldeo, sarà presente il fotografo con il quale si dialogherà del progetto che ha sviluppato in Bahrain.
Un’esposizione che racconta, attraverso un libro e le fotografie esposte, il progetto di Andrea Pertoldeo – fotografo, docente di fotografia presso l’Università Iuav di Venezia e, insieme a Stefano Graziani e Angela Vettese, coordinatore del Master Iuav in Photography – che ha messo in relazione un paesaggio e il lavoro dell’uomo che lo modifica.
Il paesaggio antropizzato è quello del deserto del Bahrain e il lavoro è quello degli operai di un’acciaieria. Il deserto è anche il luogo di passaggio di tubi di gas naturale o petrolio e di tralicci dell’alta tensione che modificano e accentuano l’orografia del territorio, ma è anche il luogo dove i cittadini autoctoni del Bahrain trascorrono giornate di festa e di riposo per ritrovare le loro antiche origini nomadi. Gli uomini ritratti da Pertoldeo sono immigrati che vivono per migliorare la loro condizione e quella della famiglia di origine. Essi costruiscono con il loro lavoro gli oggetti della modificazione del paesaggio del deserto. Il cortocircuito fra paesaggio e lavoro in Blue Dust è generativo di un aspetto della costruzione della società contemporanea.
Presso Église sarà possibile, inoltre, acquistare il libro Blue Dust numerato e autografato dall’autore: il libro comprende una sequenza di fotografie del deserto, una serie di ritratti a figura intera e quattro testi indipendenti dalle immagini firmati da Luca Ciotti, Antonello Frongia, Mario Lupano e Roberto Zancan in cui sono citati il deserto, la polvere, gli astri, le gite fuori porta.
L’allestimento a Église è in stretta relazione con le fotografie, crea un dialogo forte con i tubi innocenti della struttura che, a oggi, sorregge la copertura della piccola chiesa.
2 al 22 dicembre 2017
Insert coins é il titolo di un progetto e di un libro di Christian Lutz, una serie fotografica che si basa sulle illusioni e le disillusioni legate al mondo delle scommesse sui tavoli da gioco, metafora di quel sistema di società “occidentale” che minaccia il nostro pianeta e i rapporti tra gli esseri umani.
Las Vegas – in francese “piana fertile” – ha vestito i suoi muri di luci e la sua parte di sogni nel bel mezzo del deserto di Mojave. Si è imposta come la principale città del Nevada; la sua attività economica la rende un attraente datore di lavoro e la sua popolazione conosce una crescita costante da decenni. Las Vegas è uno dei luoghi turistici più importanti degli Stati Uniti. Qual è la guida turistica che non affitta la sua euforia e non invita a tentare le esperienze più straordinarie? E pertanto… Scintillante, ultraliberale, ricca di hotel-casinò monumentali, Las Vegas è anche un focolaio di crimine e di prostituzione. Essa fabbrica sia gli estremi quanto gli eccessi, mentre i destini si giocano talvolta alla roulette o a poker.
Christian Lutz, 2016.
25 maggio – 24 giugno 2017
Dopo gli ottimi risultati ottenuti con l’iniziativa a favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto, il Perugia Social Photo Fest e l’associazione siciliana Église proseguono nella raccolta fondi e organizzano una mostra-evento nella città di Palermo.
Convinti e uniti dal valore di uno dei concetti cardine del festival, “la fotografia vale più di mille parole”, PSPF ha deciso di dare vita ad una collaborazione con Église, creando un asse ideale che collega il Centro Italia con la Sicilia nel nome della solidarietà e dell’aiuto.
Nasce così #TOGETHERSTRONGER STEP FORWARD, il passo in avanti nella strada della solidarietà dove è al centro il valore sociale ed etico della fotografia a favore di chi ha più bisogno di aiuto e sostegno.
Con #TOGETHERSTRONGER, in poco più di un mese, sono state vendute 47 fotografie di autori che negli ultimi quattro anni hanno partecipato a PSFP; i fondi ricavati dalla vendita di queste opere fotografiche, unitamente a quelli raccolti dall’associazione Eglise, saranno devoluti all’associazione “La Strada Onlus” di Rieti, impegnata da anni in progetti a favore di bambini e adolescenti. Grazie al denaro raccolto, l’associazione di Rieti potrà mettere in atto alcuni progetti destinati all’accoglienza e al sostegno dei più piccoli sopravvissuti agli eventi sismici del 24 agosto 2016.
Una scelta dettata dal fatto che, riprendendo le parole di Antonello Turchetti, direttore e ideatore di PSPF, “…esistono macerie prodotte dai terremoti che sono estremamente difficili da rimuovere. Sono quelle lasciate dalle scosse nella memoria dei più piccoli e dei più indifesi…”.
Proprio Turchetti, grazie all’attiva rete di relazioni e di rapporti creata negli anni dal Festival, ha voluto allargare la base del progetto e portarlo in Sicilia.
#TOGETHERSTRONGER STEP FORWARD rimane in rete, infatti, ma raggiunge anche una importante dimensione fisica, con la creazione di alcuni appuntamenti da non perdere.
“Allargare la base di #TOGETHERSTRONGER è per noi di PSPF e per i nostri compagni di viaggio di Église un importante passo in avanti nella strada che mette in relazione la fotografia e la solidarietà. Vogliamo che la fotografia abbia a tutti gli effetti un valore tangibile, etico e sociale. E speriamo che, con questa seconda fase del nostro progetto, si possano ottenere risultati migliori nella raccolta fondi, coinvolgere un numero sempre maggiore di autori e, soprattutto, mantenere viva, a distanza di circa due mesi, l’attenzione del mondo della fotografia, e non solo, sulle condizioni di vita delle popolazioni colpite dal sisma che ha sconvolto l’Italia.” ha dichiarato Antonello Turchetti.
I fotografi che hanno aderito: Andrea Alessio, Riccardo Bandiera, Alessandro Barcella, Katharina Bauer, Marika Delila Bertoni, Carlo Bevilacqua, Valerio Bispuri, Giuseppe Calafiore, Iole Carollo, Sara Casna, Simone Cerio, Luna Coppola, Ibrahim Ezzat, Alberto Gandolfo, Maurizio Gijvovich, Letizia Lucignano, Francesco Malavolta, Giovanni Mereghetti, Hermes Mereghetti, Pier Paolo Metelli, Fabio Moscatelli, Efrem Raimondi, Luca Savettiere, Giuseppe Sinatra, Aldo Soligno, Antonello Turchetti, Giuseppe Tornetta, Dodo Veneziano, Salvo Veneziano, Alessandro Vincenzi (CAPTA).
Qui il video con tutte le foto di questa seconda fase del progetto.
20 ottobre – 11 novembre 2016
Il 28 maggio 2016 inauguriamo la mostra Betania con le fotografie di Valerio Bispuri. La mostra è curata da Valeria Fornarelli, è prodotta dal Perugia Social Photo Fest e da noi.
«Ho sempre creduto che la fotografia abbia il valore di svelare, oltre che di raccontare; di portare alla luce le profondità di un gesto, l’intensità di momenti che sfuggono allo sguardo».
È con questo in mente che Valerio narra la storia di Betania, una donna lesbica di trentacinque anni che ha vissuto di fronte al suo obiettivo molti momenti rilevanti della sua vita privata, a Buenos Aires, e il rapporto con la sua attuale, amata compagna Virginia; sullo sfondo, l’Argentina, il primo paese del Sud America a legalizzare nel 2010 le unioni omosessuali. Ritraendo Betania, Valerio ritrae gli aspetti più profondi dell’intimità lesbica, dei sentimenti, del sesso, della vita, e ne esplora il linguaggio peculiare di atteggiamenti, gesti, aspirazioni all’autonomia e al riconoscimento; eppure di questo linguaggio mostra al contempo il carattere universale, che travalica il genere e l’orientamento sessuale per riaffermarne l’appartenenza all’erotismo generale degli umani.
Il progetto è stato esposto, per la prima volta nel marzo del 2016, presso il Museo Civico di Palazzo della Penna in occasione del Perugia Social Photo Fest, il cui fine è quello di dimostrare, attraverso la fotografia sociale e terapeutica, che la “diversità sociale sia una ricchezza che frutta maggiormente se condivisa”.
Valerio Bispuri è un fotoreporter professionista che collabora con numerose riviste italiane e straniere. I suoi reportages fotografici sono realizzati in tutto il mondo, ma è il Sud America che lo vede molto attivo: qui ha realizzato il progetto Encerrados, per il quale ha visitato 74 prigioni documentando le condizioni di vita dei detenuti e contribuendo altresì alla diffusione di situazioni che hanno portato al cambiamento delle stesse. Nel 2014 Encerrados è diventato un libro edito dalla casa editrice Contrasto; nel corso del 2015, ha concluso un altro progetto fotografico, durato oltre 10 anni, dedicato al paco, una droga consumata in America Latina, nota anche come “la droga dei poveri”.
Con Valerio abbiamo deciso di produrre un breve video in cui lui racconta il progetto fotografico Betania, lo trovi qui.
28 maggio – 18 giugno 2016