Nell’ambito della programmazione di Pepe al culo, serie di eventi e attività programmate per il primo semestre 2025, Église propone un workshop dedicato alle immagini e alle parole.
Storie a vista: un progetto tra immagini e parole è un workshop di un giorno che si terrà sabato 29 marzo 2025 presso Église e tenuto da Iole Carollo.
Il workshop esplora la fotografia e la scrittura come strumenti per narrare il passaggio del tempo, la memoria e l’identità.
Judith Schalansky nel libro, edito in Italia da Nottetempo, “Inventario di alcune cose perdute” tratta dell’equilibrio tra presenza e assenza, tra ciò che c’è e quel che non esiste più: si parte dall’isola di Tuanaki, indicata nelle mappe cartografiche ma ormai sott’acqua, passando dalle lacune dei carmi amorosi di Saffo, e si giunge ai disegni della luna di Kinau. Dodici storie, dodici capitoli aperti da un’immagine stampata con inchiostro nero su carta scura, visibile solo alla luce, il cui soggetto è trattato nel capitolo che apre, si tratta di creature e di oggetti, mobili o immobili, che sono andati perduti, che sono stati dimenticati o distrutti intenzionalmente.
I progetti artistici che recuperano vecchie fotografie o tracce del passato ridanno vita a questi oggetti, rinnovandone il significato. Questo processo permette di comprendere meglio il futuro e di salvaguardare la memoria. Gli oggetti quotidiani diventano testimoni silenziosi delle persone e degli eventi a cui sono legati. Quanto sopra scritto diventa ancora più forte quando il medium è la fotografia:
«Le fotografie sono relitti del passato, tracce di ciò che è avvenuto. Se i viventi prendessero su di sé il passato, se il passato diventasse parte integrante del processo attraverso cui le persone fanno la propria storia allora tutte le fotografie acquisterebbero un contesto vivo continuerebbero ad esistere nel tempo invece di essere momenti congelati».
[John Berger, Sul guardare, 2017]
Partendo dalla pratica messa in atto dalla Schalansky, l’intento di “Storie a vista” è quello di creare un piccolo archivio di immagini e parole in cui l’oggetto appartenente al singolo diventa patrimonio del gruppo. Gli elementi creati durante il percorso diventeranno parte integrante di un libro autoprodotto da Iole Carollo.

PROGRAMMA
Illuminare il passato attraverso l’obiettivo — fase teorica
Si analizzerà il significato dietro la conservazione e la trasmissione degli oggetti nel tempo, esplorando il legame tra memoria, eredità e narrazione visiva. Durante questo percorso, si esploreranno alcuni progetti significativi che hanno trasformato la pratica della conservazione visiva: saranno presentati esempi di archivi, sia individuali che collettivi, che hanno preservato la storia attraverso l’uso creativo di fotografie e oggetti del passato.
Piegare, interpretare, narrare — fase pratica
Ogni partecipante è invitato a produrre due immagini di un oggetto significativo (mobile o immobile) dal proprio quotidiano che sia parte dell’archivio familiare, quale ricordo di chi o di ciò che non esiste più, o che abbia un significato per il singolo (il primo acquisto, un souvenir di un luogo amato, un luogo, ecc.), le due fotografie devono presentare l’oggetto scelto nel suo contesto, dove è conservato/preservato/custodito, l’altra deve presentare lo stesso decontestualizzato. Successivamente, durante l’incontro le immagini vengono piegate in modo creativo e riposte in una scatola. Ogni partecipante sceglie poi un’immagine a caso dalla scatola, la descrive e, una volta restituita al proprietario, quest’ultimo è invitato a spiegare il motivo della scelta e si prova anche a riflettere sul processo di piegatura.
Il risultato sarà un menabò fisico, che sarà digitalizzato da Iole Carollo e condiviso in un secondo momento.
Info
Costo gratuito tessera associativa esclusa
Numero massimo partecipanti 15
Luogo incontri Église, Via dei Credenzieri 13, Palermo
Per iscriversi, inviare una email a eglisepalermo@gmail.com o compila il modulo