Il 12 novembre presentiamo Gioele: quaderno del tempo libero di Fabio Moscatelli, alle 19:30. Saranno ospiti della serata: Lia De Luca, direttrice del PLS Magazine, Efrem Raimondi e Antonello Turchetti, direttore del Perugia Social Photo Fest.
A Gioele piace cambiarsi le scarpe. Gli piacciono l’acqua e i cavalli. E gli piace dare da mangiare alle sue foche di plastica. É un tipo di poche parole, lui. Ma sul suo quaderno scrive storie lunghe e intricate di misteriosi animali, leoni domestici, anaconde e ragni-lupo.
Dentro, Gioele ha un mondo intero. Solo che nel suo mondo non si può entrare. Gioele è autistico, che è un po’ come essere una casa senza porta: dall’interno non si può uscire, e da fuori non si sa come varcare la soglia.
Lui, però, sta alla finestra. Guarda, osserva. E da lì, scatta foto del mondo come lo vede: troppo vicino o troppo lontano, spesso in movimento veloce, a volte amico, a volte impossibile da decifrare.
A Gioele piace anche farsi guardare, ed è così che nasce questo progetto. Da uno scambio di visioni tra un fotografo che vuole provare ad avvicinarsi a un’interiorità difficile da comprendere e un ragazzino che vuole comunicare con un esterno difficile da raggiungere.
La fotografia diventa strumento di reciproca comprensione, un territorio visivo e visionario in cui incontrarsi, e proiettare all’esterno sensazioni e emozioni mute. Ma la fotografia è anche il filo conduttore di un racconto di formazione. Una formazione delicata e complessa: non solo quella di un bambino di 11anni che lentamente si trasforma in uomo, ma anche quella di un essere umano speciale che cresce confrontandosi con un mondo da cui è percepito come diverso e alieno.
Questo progetto, quindi, è il viaggio di un ragazzo alla ricerca della sua normalità e alla scoperta dei suoi piccoli talenti. È il diario di un cambiamento e di una ricerca: di un’identità, di un posto nel mondo, di un modo di comunicare, di una relazione con l’altro. Gioele vuole quello che tutti vogliamo. Soltanto che i suoi obiettivi sono più difficili da raggiungere. La fine della sua infanzia e l’inizio della sua adolescenza sono un passaggio ancora più delicato, che porta con sé conflitti ancora più aspri. Dal rapporto col corpo che cambia alle difficoltà di socializzazione, dalla mancanza di strutture di aggregazione in una realtà periferica al dialogo spesso conflittuale con le istituzioni e con la famiglia, tutti i problemi di un normale adolescente sono amplificati e estremizzati per un ragazzo autistico.
Per queste ragioni, seguire la sua crescita attraverso la macchina fotografica diventa un cammino di comprensione e di analisi: del mistero della sua malattia e del mistero della nostra identità.
“Era una giornata di fine agosto, il pomeriggio era ancora caldo, il parco giochi semideserto – ricorda Fabio – Gioele, un bambino come tanti, magari un po’ cresciuto per lo scivolo e l’altalena, un sorriso da furbetto ad ornargli il viso. E’ da quel giorno che ha avuto inizio la nostra amicizia, ed io ho cominciato a relazionarmi con l’autismo, quella strana presenza che ospiti nel tuo corpo e nel tuo essere”, scrive Fabio nella prefazione, rivolgendosi a Gioele. Tante cose sono cambiate da allora, “sei cresciuto, ti sei aperto a me e alla mia famiglia, sei diventato un prezioso compagno di giochi per Syria, ma soprattutto sei il co-autore di questo nostro libro”, continua Fabio. Sì, perché Gioele “è per me è tutto tranne che un soggetto da fotografare”, assicura Fabio, che ha provato a comprendere l’autismo proprio attraverso gli occhi di Gioele, armandoli dell’obiettivo fotografico: “lo ha sempre incuriosito l’uso della macchina fotografica – racconta Fabio – e spesso me la chiedeva per fare foto; così ho deciso di regalargliene una e farlo lavorare insieme a me”.
Questo progetto è diventato anche un libro d’autore, il cui titolo è lo stesso del taccuino di appunti di Gioele, Quaderno del tempo libero, nel quale sono le fotografie di Fabio e di Gioele e le parole del giovane ragazzo che, appunto, è solito scrivere nel suo taccuino, disegni e figurine sempre di Gioele Rapiteanu.
Il libro è stato curato da Doll’s Eye Reflex Laboratory, book project di Irene Alison, art direction di Alessandra Pasquarelli, produzione di Antonella Sava.
Sono state pubblicate due edizioni, entrambe sold out!
Parte del ricavato del libro è stato destinato alle terapie Abe che la famiglia di Gioele al momento non può economicamente sostenere.
FABIO MOSCATELLI
Racconta le storie nascoste di persone e luoghi, spesso così lontani dalle nostre menti, eppure così vicini al nostro quotidiano.
Nato a Roma, vive nella sua città natale. Inizia a fotografare a 25 anni, come assistente di studio e cerimonia, per poi avvicinarsi alla fotografia di reportage sociale ed etnologico. Consegue il primo attestato in Reportage presso la Graffiti di Roma.
Nel 2012 vince il secondo premio della borsa di studio intitolata a Rolando Fava e, sempre nello stesso anno, la Scuola Romana di Fotografia gli assegna, dopo aver presentato il progetto “Fronte del Porto“, una borsa di studio per un Master di Reportage.
Nel 2013 è finalista del Leica Award e vincitore del Concorso National Geographic nella categoria Ritratti. Nel 2014 partecipa alla realizzazione della campagna fotografica “Chiedilo a Loro” per la CEI. Sempre nel 2014 è vincitore del Moscow International Foto Awards ’14 nella categoria Book: Documentary.
Nel 2015 pubblica il suo primo libro Gioele Quaderno del tempo libero, che viene presentato in anteprima al Photolux Festival. Il progetto The Right Place è tra i vincitori del concorso Oltre le Mura ed esposto al Macro di Roma.
Nel 2016 è tra i vincitori della Slideluck Napoli con il progetto ‘Gioele Quaderno del tempo libero’.
Ha pubblicato su Lens Culture, Phom Magazine, The Post Internazionale, Private International Review Of Photography e Gup Magazine. É contributor di Echo Agency.
Per informazioni: www.fabiomoscatelli.com